Itinerario 8: si parte da Monteriggioni

Oggi siamo in viaggio tra castelli, abbazie e colori di toscana passando da:

  1. Tappa 1: Monteriggioni
  2. Tappa 2: Abbadia Isola
  3. Tappa 3: Casole d’Elsa
  4. Tappa 4: Radicondoli 

Dove Degustare

  • Fattoria Lornano Strada di Lornano Monteriggioni
  • Casa Vinicola Cecchi Loc Casina dei Ponti Castellina in Chianti 
  • Il Colombaio Loc. Abbadia Isola Monteriggioni 
  • Villa Trasqua Loc Trasqua Castellina in Chianti sponsor ufficiale Mille Miglia 
  • Pietro Caciornia Loc Mulino d’elsa Casole d’Elsa 
  • Monterignano Monteguidi Casole d’Elsa
  • Castello di Fosini loc Fosini Radicondoli 

Tappa 1: Monteriggioni

Monteriggioni è uno dei castelli più affascinanti di tutta la penisola, arrivato intatto ai nostri giorni e capace di suscitare emozioni uniche, è un luogo della Storia. Della memoria. 

Una cinta muraria di 570 metri, che stima l’altezza in circa 10 metri con ugual sviluppo in soprelevazione delle torri, costruito nel 1214 ad opera della Repubblica di Siena a scopo difensivo, imponente, domina le valli intorno con la sua posizione strategica per la sorveglianza della Francigena. Sono 14 le torri che si ergono dalla cinta muraria, un fascino che fa sognare grandi e bambini.

Lo stesso Dante Alighieri rimase talmente impressionato dalla visione della cinta muraria di Monteriggioni, al punto da creare la famosa similitudine tra le sue torri ed i giganti incatenati attorno alla voragine di Malebolge (Inferno canto XXXI vv.40-45).

« […] però che, come in su la cerchia tonda

Monteriggion di torri si corona,

così la proda che ‘l pozzo circonda

torregiavan di mezza la persona

li orribili giganti, cui minaccia

Giove del cielo ancora quando tona »

L’immagine poetica dell’Alighieri è la sola testimonianza dell’epoca Medievale che si conosca.

L’edificazione praticamente ex novo di un castello rappresentava una novità nella politica espansionistica senese: in precedenza, infatti, la città aveva acquistato castelli già esistenti, come quello di Quercegrossa. Il tracciato circolare delle mura fu ottenuto semplicemente seguendo l’andamento naturale della collina.

Non c’è accordo degli storici sull’eventuale presenza del ponte levatoio. Certa è invece la presenze delle saracinesche, ovvero spesse porte di legno ricoperte di ferro che venivano azionate tramite carrucole. Anche oggi le due porte presentano i segni dei cardini e delle buche causati dalle stanghe di chiusura. Sulla porta San Giovanni si possono anche notare i segni del rivellino, un’altra struttura difensiva di forma rettangolare, collocata di fronte alla porta e anch’essa dotata di un ponte levatoio o di una seconda porta.

Il Castello di Monteriggioni era inoltre circondato dalle cosiddette carbonaie, ovvero fossati pieni di carbone, che venivano incendiati per respingere gli assalti.

Entrando dalla Porta Franca o Romea, in origine dotata di una pesante cancellata che veniva abbassata in caso di pericolo, si accede a Piazza Roma, il cuore del borgo. La piazza in origine era “a sterro”, ovvero senza pavimentazione, ma fu lastricata negli  anni settanta con pietra proveniente dalle cave di Rosia (detta Pietra da Torre). A tutt’oggi la piazza è circondata da  giardini e orti, molto importanti in passato per permettere la sopravvivenza della popolazione anche in caso di assedio. Sulla piazza si affaccia la bella chiesa di Santa Maria Assunta.

Il suggestivo castello di Monteriggioni, protagonista dal Medioevo, oggi è un simbolo importantissimo, la sua cinta muraria con quelle torri in tondo è infatti diventata la “corona” dell’Italia Repubblicana in virtù della sua emblematica immagine di solidità e inespugnabilità, ed oggi sentinella e simbolo di una zona che tutto il mondo sogna, “la porta” del Chianti tra Siena e Firenze. 

La vista che possiamo godere dalla Porta di Ponente è fantastica, ci regala dei tramonti da sogno, lo sguardo spazia all’infinito, dalle colonne di vapore dei soffioni boraciferi sulla sinistra per intravedere Casole d’Elsa e scorrendo verso destra le alture di Volterra poi San Gimignano per impattare lo sguardo sulle maestose apuane che si stagliano nel cielo rosso del tramonto.

E, per poter godere della vista unica e suggestiva nel 2005 sono state ricostruite alcune parti del camminamento che originariamente era tutto lungo le mura.

Celeberrima è la Festa Medioevale d’estate. Una festa tra le più antiche della Toscana. Monteriggioni di torri si corona, è un appuntamento imperdibile per chi ama le rievocazioni storiche, con artisti di strada, figuranti in costume, concerti coinvolgenti e intrattenimento per bambini. Un’atmosfera da sogno, dove si intrecciano sapori e danze, con costumi d’epoca che permettono di ripercorrere la storia anche attraverso antiche pietanze. Una serata spensierata e in armonia durante la quale non mancheranno le sorprese.

Altri luoghi, in direzione di Siena, di notevole importanza sono il trecentesco Castello della Chiocciola e la villa di Santa Colomba che, a cavallo fra XV secolo e XVI secolo, fu la residenza del signore di Siena Pandolfo Petrucci.

Tappa 2: Abbadia Isola

Proseguiamo il nostro itinerario in uno dei borghi più antichi del territorio: Abbadia a Isola, già Borgonovo o Abazia del Lago, fondata nel 1001 da Ava, nobildonna vedova di Ildebrando dei Signori di Staggia. 

Situato ai margini di una estesa pianura alle pendici boscose del Monte Maggio, il complesso è dominato dalla chiesa romanica a tre navate e tre absidi, serrata tutto attorno da un piccolo borgo e da resti di fortificazioni medievali. 

All’interno della bellissima chiesa, a pianta basilicale, si conservano pregevoli opere d’arte, tra le quali spicca il bel polittico dell’altare maggiore eseguito nel XV secolo dal pittore senese Sano di Pietro.

La zona di Abbadia a Isola era frequentata fin dal IX secolo A.C..  Nei dintorni si trovano alcune tombe della necropoli etrusca del Casone. Deve il suo nome al contesto ambientale, in quanto, sorgendo ai margini di terreni impaludati, la chiesa sembrava poggiare su un’isola. È tuttora visibile all’interno della chiesa, un affresco dove il borgo sembra galleggiare sulle acque. 

Questa è la stessa abbazia che viene citata dall’Arcivescovo Sigerico di Canterbury, come Borgonuovo, il nome originale del luogo. È stato lui a “disegnare” il percorso della Francigena nel 994 D.C., quando relazionò nel suo diario Burgenove le 79 tappe compiute durante il suo viaggio di ritorno da Roma a Canterbury dove si era recato per ricevere l’investitura papale da Papa Giovanni XV. La località rappresentava la XVI tappa (submansio) del suo itinerario verso l’Inghilterra.

Gli abati divennero nei secoli successivi padroni assoluti di Borgonuovo e delle terre circostanti, cosicché quel castello perse progressivamente d’importanza in favore dell’abbazia, il cui potere culminò nel XIV secolo. Nel corso degli anni successivi una delle principali funzioni dell’abbazia sarà proprio quella ospedaliera, ovvero di ricovero e ospitalità per i viandanti in transito per Roma.

Tappa 3: Casole d’Elsa

La strada che ci conduce all’altra località, meta del nostro itinerario, è stupenda un sali scendi fra le vigne e poi, appena passato il Ponte di Santa Giulia,  subito a destra in una ripida salita che appena spiana, possiamo vedere un mare di sinuose colline. Ed eccoci arrivati a Casole d’Elsa.

Antico castello ricordato fin dall’inizio dell’XI secolo come importante caposaldo dei vescovi di Volterra in un territorio disputato da Volterrani, Senesi e Fiorentini. Passato sotto il dominio senese a seguito della Battaglia di Montaperti (1260), il borgo fu ampliato con nuove fortificazioni ricevendo la struttura toponomastica che ancora oggi lo contraddistingue. Dal XVI secolo le vicende di Casole seguono quelle del granducato di Toscana. Il borgo fu oggetto di gravissime distruzioni al passaggio del fronte nel corso della Seconda guerra mondiale (luglio 1944).

Nel centro si trova la Collegiata di Santa Maria Assunta, consacrata nel 1161 e rimaneggiata nei secoli; ricco d’arte l’interno dove sopra l’arcata del coro, si trovano i resti del dipinto raffigurante il Giudizio Universale di un anonimo pittore senese fortemente influenzato da Duccio di Boninsegna. Subito sulla destra dell’ingresso è posizionato il fonte battesimale con una statuetta di San Giovanni Battista datato 1485. Sulla parete destra si trova una terracotta dipinta di Giovanni della Robbia. Nell’attiguo oratorio della Misericordia è conservata l’Annunciazione di Rutilio Manetti. Altra perla, è la celebre Collegiata con il “museo archeologico e della Collegiata”, che intreccia il patrimonio archeologico con quello storico-artistico.

Di grande interesse sono una testa di statua in marmo proveniente dalla collezione ottocentesca del marchese Bargagli e due affibbiagli in bronzo raffiguranti una scena di pugilato che attestano la vitalità economica e culturale di questa zona in età etrusca arcaica. La sezione storico-artistica è costituita da due importanti nuclei di opere eseguite dai pittori Alessandro Casolani (1552/1553-1607) e Augusto Bastianini (1875 – 1938) nati rispettivamente a Mensano e Monteguidi, due castelli del contado di Casole.

Pochi chilometri a sud di Casole, sulla strada per il nostro quarto ed ultimo affascinante luogo, troviamo l’antico borgo di Monteguidi, che  verso la fine del XIII secolo passò dalla giurisdizione di Volterra a quella di Siena. A Monteguidi è ambientato il romanzo La ragazza di Bube di Carlo Cassola poi trasposto in film da Luigi Comencini.

Dopo poco, a sinistra, arroccato sulla collina, ecco Mensano, altra piccola perla medievale. La chiesa di S. Giovanni Battista Decollato propone l’enigma dei suoi 14 capitelli romanici, tutti diversi, di affascinante iconografia. 

Tappa 4: Radicondoli

Il nostro itinerario termina in un borgo magico, Radicondoli, paese medievale che si affaccia sulle colline metallifere della campagna senese, sulla strada che porta al mare, situato su un’altura dalla quale di può godere di panorami da sogno. Tracce delle sue antiche origini etrusche e longobarde sono ancora visibili. Antico almeno di mille anni, già dei vescovi volterrani, poi degli Aldobrandeschi di Sovana e di Santa Fiora, e tale risulta infatti, insieme al castello di Belforte, ancora nel 1216 nell’atto di divisione del territorio tra i membri di questa potente consorteria. Passò poi sotto il dominio della repubblica di Siena nel 1230 ma già al 1221 risalgono un patto di sottomissione e un giuramento di fedeltà di tutti i capifamiglia, che all’epoca erano 329. Fu oggetto di contesa nel 1240, fra la repubblica senese e l’imperatore Federico II. Tra il 1260 ed il 1269, occupato dai Guelfi, venne assediato e riconquistato dalle truppe di Provenzano Salvani ma nel 1301 fu definitivamente inglobato nel territorio senese.

Fin da epoca antica la lavorazione della lana costituì una delle principali attività economiche extra agricole della popolazione; introdotta nel territorio probabilmente dalle vicine Volterra e Colle. Ebbe inizio con una produzione tessile casalinga per ottenere “panni lani” di uso comune e si sviluppò poi in forma imprenditoriale contemporaneamente a Belforte, e insieme divennero nel corso del XIV secolo importanti centri dell’artigianato tessile dello Stato Senese. 

L’attività laniera fu regolata dallo Statuto del 1308. Di tale lavorazione resta testimonianza nella struttura edilizia di Radicondoli dove alcune case presentano un doppio portale ad arco e conci di pietra le cui aperture davano accesso al fondaco e all’abitazione.

Il centro storico si sviluppa seguendo l’andamento naturale del colle. L’abitato è attraversato da un asse viario in direzione Est-Ovest (via T. Gazzei). Parallelamente a questa via, nella zona meridionale a livelli decrescenti, altre strade intersecano una via ripida detta Sedice in fondo alla quale si trova la Porta Olla, l’unica conservata delle tre porte che si aprivano sulle mura del castello, di cui restano ancora leggibili alcuni tratti.

Il centro monumentale, e cuore della comunità, è certamente la Collegiata dei Santi Simone e Giuda, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1589 sui resti di un’antica pieve romanica.

Lungo la via principale si trovano la Chiesa e il Monastero agostiniano di Santa Caterina delle Ruote, eretti verso la metà del Trecento. Sul corso si affacciano anche una serie di palazzi costruiti nel XV e XVI secolo, come il Palazzo Comunale, già Berlinghieri, dalle caratteristiche tardo cinquecentesche. Ai margini dell’area di costruzione cimiteriale sorge la Pieve romanica di San Giovanni Battista (o Pieve Vecchia della Madonna). Ma il simbolo del borgo è il Teatro dei Risorti. È unico nel suo genere: i suoi 67 posti ne fanno uno dei più piccoli d’Europa. La ristrutturazione e l’allestimento, terminati nel 2007, lo hanno reso un gioiello incastonato nel centro del paese. Fuori dal centro abitato, infine, sorge il Convento Francescano dell’Osservanza, le cui fasi di costruzione risultano ultimate nel 1494 e che oggi ospita una rinomata scuola di musica. 

Di lunga e prestigiosa tradizione è il Radicondoli Festival, che gode di una risonanza internazionale. Nasce nel 1986 e da fine luglio a metà agosto è una delle manifestazioni culturali di maggiore tradizione in Toscana: prosa, musica, proiezioni, danza, teatro per ragazzi.  Da sempre intreccia i fili del teatro colto e popolare e trasforma l’intero territorio del Comune in un grande palcoscenico. Dal 2012 il Direttore Artistico è Massimo Luconi.

Contemporaneamente alla diffusione degli insediamenti ecclesiastici si ebbe nel territorio radicondolese un considerevole sviluppo dell’incastellamento, fenomeno che produsse la fortificazione di siti già esistenti come Montingegnoli, e fondazioni ex-novo come i castelli di Fosini, Falsini e Elci, a cui facevano capo famiglie con diritti feudali, e accomunati nella tipologia: insediamenti di sommità, con una cinta muraria difensiva, e un’area interna fortificata, il cassero e una torre di guardia. Boschi, oliveti e campi coltivati circondano ancora le dimore signorili e le ville di Anqua e Solaio, gioielli rinascimentali, immerse in uno spazio di rara bellezza.

Il vicino borgo di Belforte, castello dominato dagli Aldobrandeschi, ebbe notevole importanza a partire dal 1180. Del castello è ancora visibile il perimetro delle mura, con alcune torri e l’antico cassero. Il paese conserva la struttura medioevale, con una “via maestra” che lo attraversa longitudinalmente, su cui si affacciano le case patrizie e il Palazzo Pubblico, già documentato nel 1230 e dalla tipologia a torre con muratura a blocchi squadrati. 

Merita una visita anche la bella pieve romanica S. Giovanni Battista nella frazione di Pievescola e La Suvera antica tenuta di Papa Giulio II della Rovere. 

Dove Mangiare

Dove Dormire

Dove Comprare

  • La Vecchia Ghiaccera a Monteriggioni bellissima boutique di ricerca di Gaia ed Emiliano
  • Pacini di Hipting Giovanna un negozio a Radicondoli di grande gusto
  • Ammos Atelier è uno studio d’arte a Radicondoli dedito alla creazione di lampade e quadri, belli i suoi pesci artistici.

Note

Imperdibile Fattoria Tegoni per un lunch veramente chic sotto la meravigliosa tenda o per passeggiate a cavallo o scuola di cucina. Un paradiso terrestre.

Olio Le bolli biologico a Radicondoli