Montalcino: la capitale del vino rosso

Montalcino è un bellissimo borgo a nord est del Monte Amiata, alla fine della Val d’Orcia ed è divenuto celebre grazie al suo celebre vino, il Brunello di Montalcino, apprezzato in tutto il mondo.  

Situato su colline vulcaniche che superano i 600 metri sul livello del mare, Montalcino nasce come insediamento etrusco e poi romano, come testimonia il toponimo “Mons Ilcinus” (monte dei lecci). Sapete infatti come si chiamano gli abitanti di Montalcino? Montalcinesi? Montalciniani? Niente di tutto ciò. Si chiamano ilcinesi!

Al culmine della contesa tra Firenze e Siena per l’egemonia toscana Montalcino divenne teatro di un momento storico cruciale: dopo la resa di Siena ai Medici del 1555, gli esuli senesi si rifugiarono nella Fortezza trecentesca e fondarono la “Repubblica di Siena in Montalcino”, che resistette fino al 1559. Il simbolo del paese è tutt’oggi la sua fortezza, un raro esempio di fortificazione medioevale ben conservata. 

Scendendo per i caratteristici vicoli stretti e ripidi si arriva a Piazza del Popolo, il cuore di Montalcino, realizzata intorno al 1000 dagli abati di Sant’Antimo. Su un lato della Piazza si trova il Palazzo dei Priori, in tipico stile senese, costruito nel XIII secolo ed adornato con gli stemmi araldici dei podestà che nei secoli hanno governato la città. L’edificio è caratterizzato dalla tipica Torre alta e stretta e – al piano terra – dal bellissimo porticato a volte ribassate.

Tra le attrazioni da visitare nel borgo ci sono anche le famose piastrelle celebrative del Brunello sul Palazzo Comunale: a partire dal 1992, ogni anno, il Consorzio del Brunello commissiona a personaggi celebri di vario genere la realizzazione di queste piastrelle che riportano l’anno ed il numero di stelle assegnate al famoso vino da una Commissione di Degustazione.

Dopo avere dato un’occhiata al bel Teatro degli Astrusi, nella parte alta del paese troviamo il Duomo di Montalcino, costruito tra il 1818 e il 1832. Il Duomo, in architettura neoclassica, pur senza vezzi e un po’ spoglio, è comunque uno degli edifici più eleganti della cittadina. 

Altra splendida chiesa bianca è il santuario di Maria Santissima del Soccorso, eretto nel 1330 sul sito della vecchia chiesetta medievale di Porta al Corniolo, qui era esposta al culto popolare un’antica tavola che raffigurava la Vergine e alla quale vengono attribuiti diversi miracoli. Il più famoso è quello dell’apparizione della Madonna sopra la Fortezza che spinse Don Garcia di Toledo – capitano delle milizie italiane, tedesche e spagnole – ad interrompere nel 1553 un assedio che durava da ben 81 giorni. Intorno alla chiesa si trovano dei bellissimi giardini da dove si può godere di un gran bel panorama.

Non possiamo ripartire da Montalcino senza aver assaggiato il Brunello, sarebbe come andare al Louvre e non vedere la Gioconda. Stiamo parlando di uno dei prodotti italiani più apprezzati e quotati nelle aste di tutto il mondo. Numerosi sono i ritrovamenti archeologici che testimoniano come qui si produca vino da oltre 2.000 anni. Per secoli però il Brunello rimase un prodotto conosciuto da pochi, ed è solo dalla seconda metà del ‘900 che si trasformò in un simbolo mondiale del Made in Italy… Nel 1966 fu riconosciuta la DOC e il 28 aprile 1967 nacque infine, da un’idea di 25 lungimiranti pionieri, il Consorzio del Brunello di Montalcino. Una chicca: nel 1980 il riconoscimento della DOCG fu firmato dall’allora Presidente Pertini e fu il primo vino italiano a ottenere questo “marchio”. 

Montalcino e il suo Brunello, sono tra i più efficaci simboli della toscanità. Il Brunello di Montalcino è infatti un prodotto raffinato e pluripremiato, certo, ma che si ottiene solo dopo 5 anni di duro lavoro, sacrifici e dedizione. Così come il Brunello la Toscana si degusta lentamente, lasciandosi inebriare dalle sue meraviglie e ricordando quanta storia, passione e creatività ci sia dietro ad ogni singolo sorso di bellezza.