Tartufando

Dopo aver fatto visita a città, borghi, vigne e olivete…In questo nuovo video mi recherò in un mondo magico e diverso. Un mondo fatto di trucchi e leggende, di storie e di mistero, oggi vi farò travolgere dal fascino che solo questo diamante della cucina sa sprigionare… Di cosa sto parlando? Del tartufo! Sua maestà il tartufo ha un costo esorbitante, eppure il mondo intero è ben felice di pagare cifre da capogiro per una grattatatina su un piatto di tagliolini o su un semplice uovo.

Non si potrebbe, però, gustare questo idillio dei sensi senza l’aiuto del nostro fidato amico a quattro zampe! Il cane da tartufo non è un semplice aiuto per i cercatori ma è l’attore protagonista della ricerca. Non importa la razza: il più celebre è il lagotto, certo, ma qualsiasi peloso con un buon naso e tanta dedizione è in grado di portare alla luce kg di questo fungo ipogeo della famiglia delle tuberacee.

E’ un vero e proprio rito quello della ricerca del tartufo, noto fin dai tempi degli Egiziani, poi dei Greci e dei Romani. Una leggenda narra che il tuber si originasse dall’azione combinata di acqua, fuoco e fulmini scagliati da Zeus in prossimità di una quercia. Da qui trasse ispirazione il poeta Giovenale per asserire che i tuber originatisi dai fulmini divini avessero notevoli qualità afrodisiache, dovute soprattutto alla proverbiale attività sessuale di Giove. Il tartufo, non a caso, era visto da alcuni come dono di Afrodite, dea dell’amore. Nel rinascimento il tartufo era riconosciuto come una vera e propria prelibatezza ed era immancabile in tutte le corti europee, la sua ricerca diventò un vero e proprio divertimento e i nobili si dilettavano nell’organizzare battute di raccolta, da qui forse nacque l’usanza di utilizzare per la ricerca un animale elegante come il cane, al posto del maiale che era utilizzato soprattutto in Francia.

Ma cosa si prova ad andare per tartufi? Quando il cane segnala la possibile presenza del tubero misterioso, l’aspettativa sale ed un’emozione unica ti pervade… l’intesa col migliore amico dell’uomo è fondamentale per scovarne uno! Come è facile immaginare, è un rito carico di credenze… c’è chi bagna il naso del cane col vino a inizio stagione, con intento beneaugurante, c’è chi dice di essere in grado di trovare i tartufi picchiettando con un bastone sul terreno, chi va a raccogliere solo con la luna piena e chi invece sostiene di trovare i migliori tartufi in fase di luna calante o di luna crescente..

Cosa non si farebbe per battere il record del 1954 di Arturo Gellerini, detto Bego, che nella zona di San Miniato ne trovò uno di oltre due chili e mezzo!!! O quello di Cristiano Savini che, con il cane Giotto, trovò un tartufo di ben 1,479 kg, poi battuto all’asta per 330.000 dollari (devoluti in beneficenza)!

Oggi ho l’onore di cercare queste pepite insieme a Savini, il principe del tartufo, una famiglia che da 4 generazioni ha fatto di questa passione un lavoro. Forbes ha appena inserito Savini tra le migliori 100 eccellenze italiane, anche grazie al fatto di essere riusciti a creare una linea di “produzione” legata al tartufo tale da poterlo godere tutto l’anno in ogni momento.

Il tartufo, come il caviale o le ostriche, ha un retrogusto nobile, raro e pregiato… Oggi permettersi il tartufo è cosa più accessibile rispetto al passato, tuttavia quel suo “fascino squisito” non tramonterà mai.