Bolgheri Sassicaia: una perla toscana

Bolgheri è una perla incastonata tra la macchia mediterranea affacciata sul mare, dove colori e profumi nobili ci riportano ad un tempo lontano e ci fanno vivere sensazioni magiche, dove il maestrale che accarezza i cipressi sembra far volare in alto le idee ed i sogni, dove il verde delle vigne sembra riposare tra l’azzurro del cielo e del mare.

In questo contesto da sogno (famoso in tutto il mondo) trova i natali un vino eccellente, il Bolgheri, che vorrei farvi conoscere e assaggiare in questo articolo:

La storia del vino Bolgheri

L’inizio della produzione vinicola di Bolgheri è legata in gran parte alla grande intuizione del Marchese Incisa della Rocchetta che creò con grande caparbietà e cultura il Sassicaia, uno dei più grandi vini al mondo che si ispira ai più famosi Bordeaux.

Bolgheri è diventata oggi una delle zone dove si producono grandissimi vini, che ha puntato sull’eccellenza, vini che incontrano il gusto del grande pubblico, vini armonici, equilibrati, vellutati, rotondi, morbidi con una leggera componente di acidità. 

La varietà Bolgheri

Il 14 dicembre 1995 si costituisce il Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri DOC. Risultano soci fondatori il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, Rosa Gasser, Eugenio Campolmi, Enio Frollani, Michele Satta e Federico Pavoletti.

Alla creazione del Consorzio segue la definizione delle Varietà che possono costituire il Bolgheri vino:

Varietà previste nel DOC Bolgheri Rosso e Superiore:

  • 0-100% Cabernet Sauvignon
  • 0-100% Merlot
  • 0-100% Cabernet Franc
  • 0-50% Syrah
  • 0-50% Sangiovese
  • < 30% complementari (Petit Verdot, etc)

Varietà DOC Bolgheri Sassicaia:

  • Minimo 80% Cabernet Sauvignon

Oltre alle varietà, il rigido disciplinare di produzione stabilisce anche la quantità di prodotto di questo vino fantastico e la sua commercializzazione:

  • Produzione DOC Bolgheri: 90 quintali ogni ettaro. Il vino può essere commercializzato dopo il 1 settembre successivo alla vendemmia.
  • Produzione DOC Bolgheri Superiore: 80 quintali ogni ettaro. Il vino deve svolgere 2 anni di affinamento dal 1 gennaio successivo alla vendemmia, di cui 1 in legno di rovere.
  • Produzione DOC Bolgheri Sassicaia: 70 quintali ogni ettaro. Il vino deve svolgere 2 anni di affinamento dal 1 gennaio successivo alla vendemmia, di cui almeno 18 mesi in barriques da 225 litri.

Le Aziende aderenti al Consorzio di Tutela sono attualmente 55. In termini di superficie viticola il Consorzio ha una rappresentatività di circa il 95%. I dati derivano dal censimento generale della superficie viticola completato nel gennaio 2019: risultano 1.370 ha impiantati nel comprensorio della DOC. Di questi, 1.300 ha risultano intestati a soci del Consorzio e 1.185 sono rivendicabili a DOC, mentre il resto come IGT Toscana. Facendo riferimento alla superficie vitata iscritta ad albo DOC delle aziende risulta la seguente suddivisione tra le differenti varietà: Cabernet Sauvignon 36,67%, Merlot 23,42%, Cabernet Franc 11,98%, Petit Verdot 6,46%, Syrah 6,65%, Sangiovese 1,48%. Per le uve a bacca bianca invece: Vermentino 8,84%, Viognier 1,43% e Sauvignon Blanc 0,59%.

Il territorio

L’area di produzione del Bolgheri DOC è situata lungo le spiagge della costa toscana, in provincia di Livorno, nel Comune di Castagneto Carducci. Ad est una catena di colline corre parallela alla costa, tra Bolgheri e Castagneto e protegge i vigneti dai venti invernali. In estate, invece, questo corridoio è percorso da venti rinfrescanti che si generano tra le valli del fiume Cecina a nord e del torrente Cornia a sud.

Gli anziani dicevano che non si potevano fare grandi vini in vicinanza del mare. Per questo il primo vigneto del Bolgheri Sassicaia fu piantato solamente nel 1944 a Castiglioncello di Bolgheri, esposto ad est e a 400 m. slm.

Oggi si è dimostrato che è proprio la vicinanza del mare a dare grandi vini. I vigneti più qualitativi si trovano tutti ai piedi delle colline e nella pianura tra Bolgheri e la zona sud di Castagneto.

I venti rinfrescanti che provengono dal mare e le discrete escursioni termiche di agosto e settembre provocano delle maturazioni lente e regolari di tutte le componenti qualitative dell’uva, zuccheri, polifenoli e aromi, e contribuiscono a mantenere alta l’acidità, necessaria per dare equilibrio ai vini.

Il microclima di Bolgheri si avvale anche di una forte luminosità: oltre a quella diretta del sole, si ha un effetto di riflessione da parte dello specchio di mare situato ad ovest.

La temperatura media annua è di circa 14°C, con 18,6°C da aprile a settembre, 7,5°C da dicembre a gennaio e di 24°C in agosto. La piovosità media annua è di circa 600 mm., con piogge statisticamente ben distribuite: più abbondanti durante lo sviluppo vegetativo, meno frequenti durante la maturazione del frutto, poi di nuovo abbondanti dopo la vendemmia. Il mese più secco è luglio.

I terreni di Bolgheri hanno una grande variabilità in un ambito piuttosto ristretto.

Vi sono dei terreni alluvionali, di origine fluviale, con ciottoli tondi depositati dagli antichi corsi d’acqua. Il nome Bolgheri Sassicaia deriva proprio da questa caratteristica. Vi sono terreni di origine marina, con sabbie eoliche, dei calcari e delle argille. E ancora rocce vulcaniche provenienti dalle Colline Metallifere ad est. Troviamo così suoli argillosi, argillo-sabbiosi o sabbiosi-argillosi, argillo-limosi, o completamente sabbiosi. Le riserve d’acqua e gli elementi nutritivi variano così di molto da una zona all’altra.

Questi suoli si trovano disposti su terrazze a diversi livelli, cosicché la struttura generale riesce mediamente a mantenere l’umidità in profondità, restituendola nei periodi siccitosi.

Si possono individuare tre grandi zone: le colline, la zona intermedia e la zona più vicina al mare. Sulle colline si trovano i depositi alluvionali più antichi. L’alluvione ciottolosa è inoltre caratterizzata da una buona presenza di ossido di ferro. In basso i depositi fluviali sono più giovani e si mescolano, ad ovest, con quelli marini.

La densità dei vigneti è molto variabile, i più vecchi hanno una densità di 5.500-6.000 ceppi per ettaro, mentre in alcuni più recenti si arriva alla soglia dei 10.000 ceppi per ettaro. La maggioranza dei nuovi impianti si attesta oggi su una densità di circa 7.000 ceppi per ettaro. Il sistema di allevamento prevalente è il cordone speronato singolo, ma non mancano esempi di guyot e addirittura di alberello.

I vitigni più impiantati sono ovviamente quelli la cui vocazione è stata storicamente dimostrata da Bolgheri Sassicaia prima e dagli altri storici, Ornellaia, Grattamacco, Macchiole, Guado al Tasso, Satta, dopo.

Si tratta di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot. La sperimentazione che dura ormai da quasi un ventennio, ha dimostrato le grandi potenzialità di altri vitigni come la Syrah ed il Petit Verdot. Anche il Sangiovese, in percentuale minore, ha dato su alcune parcelle buoni risultati. Per i vini bianchi, il Vermentino è attualmente il più impiantato. Il Sauvignon Blanc, dopo alterne vicende, sta ritrovando una sua dimensione altamente qualitativa, ed è spesso affiancato dal Viognier.

In alto i calici: assaggiamo il Bolgheri

I vini di Bolgheri sono molto duttili si bevono volentieri come aperitivo con il classico tagliere di salumi ma sono perfetti anche per un grande pasto ed un momento da ricordare per i grandi profumi che sprigionano di frutti neri maturi e dolci con note balsamiche di macchia mediterranea dal corpo importante ma delicato che ammalia anche i palati più nobili e femminili.

Il colore va dal rosso intenso di un rubino cupo, spesso impenetrabile, a cui il tempo non fa danni ma anzi si perfeziona.

Da considerare infine che buona parte dei vigneti di Bolgheri ha mediamente un’età ancora bassa rispetto ad altre zone storiche, per cui la zona ha margini grandissimi di crescita anche se è già nel podio delle più grandi guide e per me è uno dei più adatti per celebrare un momento indimenticabile.

Se vuoi avere maggiori informazioni sulle Caratteristiche del Bolgheri Vino, ho scritto un articolo che fa proprio al caso tuo…

A questo punto non posso far altro che brindare: “Alla salute!”