Grosseto: la porta della Toscana

Oggi con Toscana My Love vi porto in Maremma ed in particolare a Grosseto, il capoluogo più a sud della Toscana, a circa 12 km dal mare e vicino a quella costa che vanta le spiagge più belle della Toscana.

Un tempo la piana di Grosseto era un’estesa laguna dominata da due importanti città di origini etrusche Roselle e Vetulonia che facevano parte delle 12 lucumonie etrusche di cui oggi è possibile visitare l’interessantissimo sito archeologico con reperti di eccezionale valore.

La prima volta che compare il nome Grosseto è in una pergamena del 803 d.C. che lo cita come “in loco Grossito”. Nel medioevo è stato governato dagli Aldobrandeschi che hanno lasciato torri, castelli, rocche e fortificazioni, poi dai Medici che hanno costruito fortezze suggestive come le bellissime mura di Grosseto, uno dei rari esempi di architettura militare tardorinascimentale, mura tutt’oggi integre, come pochi altri comuni italiani quali Ferrara, Bergamo e Lucca.

La città di Grosseto sorse a seguito del definitivo abbandono della vicina Roselle. Già dai suoi albori, furono realizzate fortificazioni difensive; una prima cinta muraria fu ultimata nel corso del XII secolo.

Dopo una lunga serie di rimaneggiamenti, distruzioni e ricostruzioni avvenute nel corso del periodo medievale, nella seconda metà del XVI secolo Cosimo I de’ Medici commissionò a Baldassarre Lanci i lavori per la riqualificazione dell’antica cerchia, che portarono alla costruzione delle mura esagonali, tuttora conservate: l’opera fu interamente completata nella primavera del 1593 e venne posto un imponente stemma mediceo presso il Bastione Fortezza a testimonianza del completamento dell’opera e della sua grandiosità.

Nel corso dell’Ottocento l’intera cinta muraria di 3 km circa fu trasformata completamente in parco pubblico cittadino con un percorso che si snoda lungo viali alberati.

La questione più annosa per questo territorio storicamente è sempre stata quella delle putride acque paludose che si accumulavano e rendevano questa zona invivibile, con gli Asburgo Lorena si iniziò l’opera di bonifica ma in particolare fu Pietro Leopoldo che dette l’impulso a questa grande opera.

Le acque di ristagno favorivano anche la proliferazione della malaria e di altre epidemie, le quali falcidiarono la popolazione al punto che nel 1369 si contavano solamente un centinaio di nuclei familiari, nel 1700 poco più si 700 abitanti e solamente dopo i primi del 1.900 si superarono i 10.000 abitanti. Oggi Grosseto conta più di 80.000 abitanti e questa crescita demografica rapida è dovuta alle progressive bonifiche, alla fine della malaria, sconfitta definitivamente negli anni ’50/60, e alla realizzazione della riforma agraria negli stessi anni.

Il cuore del centro storico è piazza Dante Alighieri, realizzata tra il XIII e il XIV sec.. Questa piazza è circondata da palazzi colorati e porticati ed ospita il Duomo la cui costruzione iniziò nel 1294 con tante modifiche nei secoli. Qui troviamo anche il Palazzo Comunale ed infine il Palazzo Aldobrandeschi che rievoca lo stile medievale senese. Al centro si trova la statua in onore di Lopoldo II, detto Canapone per il colore della sua parrucca. La statua rappresenta il Canapone nell’atto di sollevare con il braccio sinistro una donna sfinita dagli stenti con un fanciullo morente (allegoria della Maremma colpita dalla malaria), con il braccio destro invece tiene un bambino sorridente (la speranza nel futuro), mentre con il piede schiaccia un serpente (la malaria) che viene anche morso dal Grifone (simbolo di Grosseto).

Una curiosità: la colonna situata tra la facciata principale del Duomo e la piazza, è una colonna di epoca romana posizionata in piazza già nel medioevo e con tutta probabilità proveniente dall’antica città di Roselle.

Un simbolo di questa terra sono i butteri maremmani, i cowboy della Toscana, che con le loro giacche di fustagno alla cacciatora, i loro grandi cappelli, il lungo bastone e l’immancabile sigaro toscano rappresentano uno stile inconfondibile, un mito alimentato da infinite leggende. Esperti di allevamento ammaestramento e controllo del bestiame i butteri sono ancora oggi considerati i migliori domatori di cavalli bradi italiani ed esperti nella marchiatura dei vitelli. Narra la leggenda che l’8 Marzo del 1890 i butteri avrebbero vinto anche la celebre sfida contro Baffalo Bill, la leggenda del west. In occasione della sua tournee a Roma il leggendario eroe statunitense dovette subire una pesante debacle per mano di Augusto Imperiali, protagonista indiscusso delle fiere circensi dell’Italia dell’epoca.

Grosseto è una città di soglia, uno spartiacque tra culture e terre diverse. La porta della Toscana venendo da sud, la porta del centro Italia venendo da nord. Una finestra toscana tra il mare e l’entroterra, tra l’Etruria e Roma, una realtà culturale sempre indipendente che mantiene imperterrita la sua originalità.