L’Abetone: la montagna dei toscani

L’Abetone, situato a 1388 metri s.l.m., ha cinque zone dotate di impianti di risalita: Le Regine, Abetone Centro, Monte Gomito, Pulicchio e Val di Luce, con 50 chilometri di piste che vanno dai 1900 metri sino ai 1200. 

22 sono gli impianti di risalita, con 29 piste: di cui 14 per principianti, 14 medie e 1 nera; numeri questi che la rendono la stazione sciistica più attrezzata e frequentata della Toscana. Il comprensorio è diviso in tre zone principali: la prima è rivolta verso la Toscana, con le piste più storiche; la seconda guarda al versante emiliano e comprende le tre piste Zeno, che si diramano attraverso i boschi dell’Abetone dai 1900 a 1300 metri; infine la terza area include le piste della Val di Luce.

Abetone-Cutigliano è un territorio stupendo e circondato da vette che si innalzano sontuose tra Toscana ed Emilia Romagna: un panorama pazzesco che ha come cornici il Monte Cimone, il Corno alle Scale, il Monte Gomito, il Libro Aperto e l’Alpe delle Tre potenze. Impareggiabile la vista che si gode dalla vetta del Monte Gomito, il punto più alto della stazione, a 1.890 metri di quota. Nelle giornate più limpide, come quella di oggi, si possono ammirare l’isola d’Elba, la Corsica o il riflesso del sole sul mar Tirreno, e non solo… Si scorgono chiaramente a nord anche le vette innevate di Alpi e Prealpi.

Il nome Abetone deriva da un enorme e famoso abete, tanto grande da non poter essere abbracciato neppure da sei persone con le braccia tese, che venne abbattuto per far posto alla settecentesca Strada Modenese.

Sono noti, almeno da epoca romana, vari itinerari transappenninici che, attraverso le montagne del pistoiese, collegavano il nord e il sud della penisola e tanti sono i cammini di valico: come quello di San Jacopo o la Via Romea… La storia più suggestiva è quella secondo la quale pure Annibale avrebbe utilizzato queste vie montane per scendere in Etruria dall’omonimo Passo di Annibale, a quota di 1798 m s.l.m. Soltanto in pieno ‘700 si mise mano ad un primo progetto per la costruzione di una vera strada che, attraverso le alte cime, congiungesse Pistoia con l’Emilia Romagna. La famosa Strada Modenese rimase il principale collegamento tra Toscana ed Emilia-Romagna fino al 1864, quando fu inaugurata la Ferrovia Porrettana. L’Unità d’Italia, invece, segnò un momento critico per l’Abetone, quando la scomparsa dei confini del Granducato portò all’abolizione delle dogane, con ovvie ricadute economiche in negativo…

Gli anni dell’’800 e i primi del ‘900 furono certamente anni di crisi e l’economia locale rimase essenzialmente legata al lavoro nei boschi e alla produzione di carbone. Nel 1904 si cominciarono ad usare le aree dell’Abetone per lo sci e così gradualmente la località fu riscoperta come luogo di villeggiatura sia estiva che invernale, dando inizio ad una rinascita basata sul turismo… Un grosso contributo in termini di notorietà lo dette anche il celebre campione mondiale e olimpico degli anni ‘50 Zeno Colò, nato alla Consuma, a 1 km dal Passo dell’Abetone.

La riserva naturale dell’Abetone è talmente generosa che dona anche frutti gustosi e preziosi per la salute: come fragole, more, lamponi e soprattutto i mirtilli neri selvatici. L’azienda familiare Il Baggiolo, innamorata della propria terra, trasforma questi frutti in confetture, succhi di frutta o liquori, come il buonissimo e mitico Mirtillino.

Da queste parti non manca anche qualche bellezza architettonica da scoprire… Uno tra i borghi più belli e romantici è sicuramente quello medievale di Cutigliano. Le sue origini risalgono all’epoca romana, ai seguaci di Catilina. Bellissimo è il Palazzo dei Capitani della Montagna del XIV sec, con la facciata adornata da 96 stemmi ed insegne araldiche. Cutigliano conserva l’aspetto aristocratico di un tempo, caratterizzato da strette vie fiancheggiate da antichi palazzi e monumenti. È un’apprezzata località di villeggiatura, strategica anche per la presenza della vicina stazione sciistica della Doganaccia. Merita una visita anche per il suo celebre Ristorante Da Fagiolino, una vera e propria meta per buongustai, dove poter godere alcuni piatti tipici della zona, cucinati ad arte!