Prato, una metropoli in provincia

La storia che stiamo per raccontarvi oggi riguarda una delle più importanti e popolose città della regione, una realtà con delle specificità storiche e culturali ben distinte dalle vicine Firenze o Pistoia. Signore e signori salite a bordo, oggi vi porto alla scoperta di Prato!

Numerosi ritrovamenti testimoniano che il territorio collinare a nord di Prato, in località Galceti, risultava abitato addirittura 35.000 anni fa, in pieno Paleolitico. Gli archeologi suppongono che il sito fosse sfruttato per la produzione di utensili in diaspro, un minerale rosso… Per la serie: se il buon giorno si vede dal mattino Prato fu un centro industriale fin dalla notte dei tempi! La piana pratese fu abitata già dagli etruschi, ma la nascita di una vera città risale al X secolo, quando i centri abitati Borgo al Cornio e Castrum Prati si allargarono fino a fondersi. Il paese si ampliò molto nel Medioevo e nel Rinascimento, periodo nel quale lasciarono testimonianze artistiche DonatelloBotticelli.

La produzione tessile è da sempre un marchio di fabbrica cittadino, come testimoniano i documenti medioevali del mercante Datini, ma fu dall’Ottocento che Prato vide un enorme sviluppo manifatturiero. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la città si specializzò nel recupero di tessuti usati con il famoso Cardato Pratese. La filosofia vincente del riciclo ancora oggi è molto forte in questa comunità, con applicazioni che vanno ben oltre quella dei tessuti.

Una questione molto sentita in città è quella dell’autonomia amministrativa. Da sempre l’estrema vicinanza con Firenze ha penalizzato Prato, sia burocraticamente che culturalmente: storicamente la percezione da parte del fiorentino medio – come raccontano i pratesi – è che Prato sia una sorta di succursale incolta ed operaia. Percezione, oggigiorno, quanto mai sbagliata e riduttiva! Ma facciamo un po’ di storia…

La città di Prato, nonostante il notevole sviluppo demografico, non aveva autonomia amministrativa già ai tempi del Granducato di Toscana. I pratesi rivendicarono l’autonomia amministrativa più volte e nel 1925 ottennero l’istituzione del Circondariato di Prato, abolito però solo due anni dopo. Nel dopoguerra l’idea della provincia si fece ancor più pressante fino al 1956, quando fu fatta richiesta ufficiale da parte di Prato e comuni limitrofi. La nascita della provincia laniera fu però ostacolata dall’opposizione di Firenze e di Pistoia, oltre che dalla burocrazia.

Solo nel 1992 la città di Prato divenne capoluogo, col distacco di sette comuni dalla provincia di Firenze. Oggi quella di Prato è la seconda più piccola provincia italiana dopo Trieste, sia per superficie che per numero di comuni. Una simpatica curiosità riguarda la targa PO, all’epoca della nascita della neoprovincia le sigle PR, PA, PT e PO erano già prese, ma fortunatamente Pordenone si convinse a cambiarla in PN lasciando libera la targa per Prato!

Una caratteristica anomala di Prato è la fortissima presenza di popolazione straniera residente, secondo i dati del Comune la popolazione straniera sarebbe di circa 42.500 persone e rappresenterebbe il 22% della popolazione totale. La nazionalità maggiormente rappresentata è la Cina con 25.000 persone, principalmente provenienti dalla provincia di Zhejiang. Stiamo parlando – giusto per capirsi – della quarta comunità metropolitana cinese più grande d’Europa dopo Londra, Parigi e Milano. Non è insolito passeggiando per Prato imbattersi in cartelli bilingui Mandarino-Italiano e in Via Pistoiese c’è una sorta di China Town versione toscana…

Parlando con i pratesi doc ci si rende conto facilmente come la percezione di questo fenomeno sociale sia molto ambigua: per alcuni l’integrazione è ormai un dato di fatto e i benefici economici dell’immigrazione cinese sono tangibili, altri sottolineano invece i problemi culturali e le molte proprietà immobiliari e imprenditoriali passate in mano straniera.

La fotografia di Prato – a quasi 30 anni dall’istituzione della provincia autonoma – è quella di una città moderna, operosa, orgogliosa, con un enorme fermento sociale ed economico. Il suo centro, recentemente riqualificato e sempre più green, è pieno di cose da vedere: da Palazzo Datini a Palazzo Pretorio, dal Castello dell’Imperatore Federico II a Palazzo Vestri, dal Palazzo del Comune all’avveniristico Museo Pecci per finire al Museo del Tessuto…

Prato ha il passo della grande città e l’indipendenza di chi proprio non ci sta a trovarsi in provincia di qualcun altro… O come riassume il famoso slogan: “Son di praho e voglio esser rispettao!”.