Altopascio, la città dell’Ospedale

Uno dei motivi più validi per visitare Altopascio (Lucca) è senz’altro quello di andare a vedere le ultime tracce di quello che fu uno dei più grandi ospedali medievali della storia. Proprio nel periodo nel quale la Chiesa era attraversata da un movimento di pensiero che tentava di togliere al clero l’esercizio della medicina, alcuni laici di Lucca decisero di fondare un ospedale e costituirsi in Ordine.

Eravamo circa negli anni 1057-1058 quando prese piede l’Ordine di S. Jacopo di Altopascio (Altopassu), poi detto “del Tau” per il simbolo che questi cavalieri adottarono e portarono cucito alla loro uniforme.

Il loro compito, una volta realizzata la loro magione e l’ospedale, fu quello di proteggere i pellegrini che transitavano lungo la via francigena ed assisterli, sia con l’accoglienza (cibo, letto, vestiario), sia con cure mediche se ce ne fosse stato bisogno.

D’altro canto, la zona era in quei tempi assai malsana poiché Altopascio si trovava tra due paludi (Bientina e Fucecchio), ma anche pericolosa e piena di briganti che infestavano le selve delle Cerbaie.

Quest’Ordine acquisì in breve moltissima fama e credenziali e la protezione di Papi e Imperatori, tanto che le sue magioni si diffusero in tutta Italia e tutta Europa (Francia, Navarra, Borgogna, Germania, Fiandra, Lorena, Delfinato, Inghilterra, Corsica ed Istria).

Non a caso i Cavalieri del Tau ed il loro ospedale sono citati sia nel Decamerone del Boccaccio che nella Mandragola del Macchiavelli.

L’esempio boccaccesco è assai esaustivo: E senza riguardare ad un suo cappuccio sopra il quale era tanto untume, che avrebbe condito il calderon d’Altopascio”. Con questa frase il novelliere prende spunto dalla grandezza del pentolone dell’ospedale con il quale i fratelli dell’Altopascio cucinavano ogni giorno centinaia di pasti.

Ma se era quasi mitologico il calderone di Altopascio, lo era altrettanto la campana posta nel campanile dell’ospedale chiamata “la smarrita”. Questo nome curioso le fu dato perché nel nebbioso paesaggio delle paludi il suo suono era spesso il riferimento per viandanti e pellegrini. Una leggenda tuttavia legherebbe questo nome ad un altro episodio. Una fanciulla si era persa nelle paludi sopra citate e, appena ne ebbero notizia i cavalieri di Altopascio, cominciarono a far suonare di continuo la campana per indirizzare la ragazza smarrita verso l’ospedale, ma lei non fece più ritorno. Da allora ad ogni tramonto “la smarrita” lancia i suoi rintocchi verso la campagna circostante.

Lo scioglimento dell’Ordine di Altopascio avvenne nel 1587 con Bolla di Papa Sisto V che avallò la richiesta del Granduca di Toscana Ferdinando I in quanto il medesimo era desideroso di far confluire tutti quei beni nel nuovo Ordine dei cavalieri di S. Stefano di sua creazione.

Della grandiosa struttura medievale che costituiva il complesso ospedaliero rimangono il chiostro e alcuni ambienti del pellegrinaio, parte delle mura difensive, la chiesa dedicata a S. Giacomo (Maggiore) e la torre campanaria merlata, proprio la stessa dove si trovava la smarrita.

La chiesa, dedicata ai Santi Jacopo, Cristoforo ed Egidio, subì una ristrutturazione profonda intorno al 1830, quando il granduca Pietro Leopoldo decise la chiusura dell’ospedale e tale intervento ne variò persino l’orientamento. L’attuale ingresso, costituito da un portale con timpano, è arricchito da colonnine e decorazioni a strisce bianche e verdi, come nella tradizione romanica del duomo di Siena e Firenze.