La rocca di Staggia, nell’attuale Comune di Poggibonsi (SI) ha probabili origini longobarde ed era inizialmente staccata dal borgo sottostante. La prima documentazione del luogo è precedente al 953 e riguarda la ecclesia sancte Mariae nella curtis di Staggia. Del castello si parla invece in un documento dell’anno 994.

Questa località ebbe sempre forti legami con il vicino monastero di Badia a Isola, che fu fondato proprio dai signori di Staggia.
Le famiglie che dominarono questo castello furono inizialmente i Lambardi, ai quali succedettero i Soarzi e poi i Franzesi.
La posizione geografica, che vide questo luogo posto sul confine di più stati, non aiutò affatto i signori di Staggia i quali, a partire dal XII secolo si ritrovarono al centro di dispute tra Siena e Firenze. Ma non solo. Staggia faceva anticamente parte della diocesi di Volterra ed era confinante con quella di Siena, di Firenze e di Fiesole, motivo per la quale fu da sempre contesa anche dalla politica dei vescovi.
La sua chiesa di Santa Maria Assunta infatti era compresa nella Diocesi di Volterra e sottoposta alla Pieve di santa Maria in Castello (tra Strove e Scorgiano, ora Comune di Monteriggioni) assieme alle vicine Santa Lucia a Bolsano, S. Cristoforo (Badia a Isola), S. Biagio a Castiglionalto (Castellina Scalo) ecc…
Agli inizi del XII secolo un crescente declino dei Lambardi fece sì che tutti i loro possedimenti nella zona (compresa Staggia e Strove), passassero per concessione feudale alla famiglia dei Soarzi, descritti come milites.
Nella seconda metà del XII secolo i Soarzi, il cui dominio si estendeva dalla “Montagnola” a Monteriggioni e in quasi tutta la valle dello Staggia appoggiarono le politiche di espansione territoriale dei senesi e nel 1163 Ugolino Soarzi donò al Comune di Siena tutte le ragioni che la sua famiglia aveva da Poggibonsi a Porta Camollia, compresi i castelli di Staggia, Strove, Castiglioni, Sitecchio e Stomennano. Tale donazione fu confermata anche dal Cancelliere Imperiale (Rainaldo di Colonia) nel 1167.

Nel 1186 furono ancora i membri della famiglia Soarzi (Paganello, Corso, Soarzo e Rustico) che concessero i loro diritti sulla chiesa di Staggia al monastero di Badia a Isola fondato dai loro avi.
A cavallo tra il XII e il XIII secolo molti dei beni dei Soarzi passano ad un ramo di questa casata che vide come capostipite tal Catano o Cattano (forse Cattano di Ser Jacopo dei Soarzi di Staggia, autore di un’antica cronaca sulla nascita di Poggibonsi) e conosciuto anche come Sasso de’ Cattani.
La discendenza dai fondatori dell’Abbazia a Isola gli permise di avere sempre un legame stretto con questi monaci, tanto che in quel monastero fu tumulato, come si evince dall’iscrizione presente nella detta chiesa: “SEPULCRUM CATANO DE STAGIA”.
Ma i rapporti successivamente si deteriorarono e nel 1226 i Cattani di Staggia (Ranuccio, Gualterotto, Berengario ed altri loro consorti), erano rientrati in possesso di alcuni beni che i loro avi avevano donato alla Badia a Isola e questo suscitò molte discordie tanto che l’abate Giovanni, che allora rappresentava i frati di quel monastero, li citò in causa appellandosi direttamente al Papa e chiedendone l’immediata restituzione.
Ecco perché i suoi successori non ebbero lo stesso privilegio e furono sepolti nella chiesa di Staggia, come testimoniava una epigrafe posta sulla parete esterna della chiesa di santa Maria Assunta dove si leggeva: “SEPULCRUM FILIORUM SASSI DE STAGIA”.
Alla fine del secolo il cassero di Staggia era stato acquistato dalla famiglia dei Franzesi, ricchi mercanti e banchieri che furono artefici di importanti fortificazioni. Essi lo tennero fino all’ottobre 1361, anno in cui incapparono in un colossale fallimento che li vide costretti a venderlo al Comune di Firenze per 18.000 fiorini d’oro. Tra i membri di questa casata il personaggio più famoso fu senz’altro Musciatto de’ Franzesi, che nel 1303 accolse proprio nella rocca di Staggia il conte di Nogaret, inviato dal re francese Filippo il Bello con un reparto di soldati per attentare la vita del papa Bonifacio VIII (Musciatto de’ Franzesi è ricordato anche in una novella del Boccaccio).
Appena il castello fu in mano ai fiorentini furono eseguiti molti restauri ed il potenziamento delle mura di Staggia, lavori che 1375 ancora non si erano conclusi. Altri lavori di fortificazione furono fatti nel 1431 e permisero a questo castello di resistere agli attacchi di Filippo Maria Visconti, allora in guerra con Firenze. Dopo la caduta di Siena nel 1555 Staggia perse le sue prerogative di avamposto militare e si trasformò in centro rurale periferico, cosa che fece perdere importanza alle sue fortificazioni da allora lasciate ad una lenta e inesorabile decadenza.
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