Lucca e il Volto Santo: la leggenda svelata

Tra le leggende toscane più datate e conosciute spicca senz’altro quella legata al Volto Santo di Lucca. Si tratta di una statua lignea tra le più antiche del mondo occidentale e che fin da primi secoli dopo all’anno Mille ha portato in venerazione milioni di pellegrini nella città toscana. Tale era la sua fama che in Inghilterra, nel 1087, il re Guglielmo giurò solennemente in nome del Volto Santo e anche Dante lo citò nella Divina Commedia.

La sua fortuna fu sempre legata al fatto che fosse considerato miracoloso, ma anche che fosse esso stesso un miracolo in quanto scolpito da quel San Nicodemo, discepolo di Gesù, che assieme a Giuseppe di Arimatea depose il Cristo nel Santo Sepolcro. Secondo questa credenza dunque, il ritratto di Gesù sarebbe quello più veritiero possibile, in quanto eseguito da uno dei testimoni oculari di quel tempo.

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Assieme a questa leggenda si innesca anche quella più fortunata e straordinaria secondo la quale Nicodemo non avrebbe scolpito affatto l’immagine di Gesù, ma la avrebbe ritrovata già miracolosamente scolpita. Per questo si è sempre parlato di una “immagine acheropita”, cioè non riprodotta dalle mani dell’uomo.

Nel XII secolo era ormai tanto famosa questa scultura che un diacono lucchese si prese la briga di documentare storicamente gli avvenimenti che riguardavano il Volto Santo e produsse una relazione dal titolo “Relatio de revelatione sive inventione ac tranlatione sacratissimi vultus” che intendeva mettere alcuni punti fermi su quanto allora si conoscesse o si credesse di conoscere su questa croce. Tale personaggio aveva nome di Leboinio e gli avvenimenti che a lui fanno riferimento prendono il nome di Leggenda Leboiniana. In questa relazione si descrive come la statua ed alcune reliquie, per sfuggire ad una imminente distruzione, venissero imbarcate su una nave priva di equipaggio a Jaffa e che questa giungesse dopo oltre un mese in balia dei venti al porto di Luni. La nave avrebbe resistito ad ogni tentativo di abbordaggio da parte dei lunensi, per poi approdare spontaneamente a riva dopo l’esortazione e la preghiera del vescovo Giovanni I di Lucca. Il Volto Santo e le reliquie furono talmente contesi tra i lucchesi e i lunensi che si decise di comune accordo di metterli sopra un carro trainato dai buoi e accettare il responso di quelle bestie a seconda della decisione della direzione che loro spontaneamente avrebbero preso. I due buoi si diressero verso Lucca e così i lunensi ebbero come compensazione un’ampolla contenuta nella statua con il sangue di Gesù, mentre il Volto Santo fu dei lucchesi.

Per questo evento fu costruito a Lucca il Duomo di San Martino dentro al quale ancora oggi si conserva il Volto Santo ed i lucchesi, ogni 13 settembre festeggiano con una “luminara” ed una processione tale avvenimento.

Oltre alla leggenda però c’è molto di più. Recenti studi hanno confermato che Il Volto Santo di Lucca è la più antica scultura lignea dell’Occidente e a dirlo con certezza sono gli esami al carbonio-14 che furono eseguiti dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Cnr), in occasione del 950° anniversario della fondazione della Cattedrale lucchese. Secondo gli scienziati l’opera lignea sarebbe databile tra gli ultimi decenni dell’VIII e l’inizio del IX secolo.

Fino ad oggi l’opinione degli esperti tendeva ad accreditare il crocifisso alla seconda metà del XII secolo e si pensava, poiché nei documenti si parlava di tale manufatto già dal 1050, che questa fosse una seconda versione o una copia di un più antico Volto Santo. Oggi il Volto Santo è custodito in un tempietto in stile rinascimentale, opera realizzata da Matteo Civitali nel 1484, all’interno del Duomo di San Martino a Lucca.