Firenze: Dante, il calciante e il terzo ristorante

Sono tornato a Firenze per raccontarvi una storia bellissima, che si consuma proprio sotto gli occhi di Dante Alighieri, nella affascinante Piazza Santa Croce. Ed è proprio a lui che vorrei raccontarla questa storia…

“Ciao Dante tra pochi giorni ricorreranno 700 anni dalla tua morte e tutta l’Italia ti celebrerà, eh sì perchè tu sei uno dei simboli dell’Italia e della sua meravigliosa lingua!”.

Quante ne avrai viste in questa piazza!?! Tante ne sono successe di cose e tante ne continuano a succedere…

Qui, ancora oggi, ogni anno si allestisce il “sabbione” per il gran finale della Festa del patrono San Giovanni Battista: giorno in cui si disputa la finale del Calcio Storico Fiorentino. Questa manifestazione nasce il 17 febbraio del 1530, in occasione della cosiddetta “partita dell’assedio”, quando Firenze – stremata, priva di cibo e assediata dalle truppe di Carlo V venute per riportare sul trono ducale la famiglia dei Medici – decise di organizzare la prima partita ufficiale di Calcio in Costume. L’intento era quello dimostrare ai nemici accampati fuori dalle mura la propria forza fisica, il proprio coraggio. I Francesi infastiditi dalle strilla dei tifosi e dagli Squilli di tromba spararono un colpo di cannone verso il campo, mancando il bersaglio, e tutta Firenze in quel momento fece la prima “caccia”…

Per saperne di più sono andato a trovare, nella sua trattoria, Gianluca Lapi: una vera leggenda del calcio in costume con oltre trent’anni di duelli sulle spalle, un idolo per i verdi di San Giovanni, la sua squadra, temutissimo invece da avversari…

Il calcio storico mischia calcio, rugby, boxe e palla a mano, ma è soprattuto prestanza fisica, coraggio, abilità, sfida personale e collettiva in mezzo ad una bolgia infernale… Ne sai qualcosa anche tu Dante di bolgie infernali, vero?

E perché meno ammiri la parola,

guarda il calor del sole che si fa vino,

giunto a l’omor che de la vite cola.

Dante Alighieri, La Commedia – Purgatorio (Canto XXV)

Altro mondo che di Firenze affascina è quello delle osterie: le cosiddette “fiaschetterie” tipiche dove – da sempre – si va per mangiare e bere, ma soprattuto per stare insieme in allegria, per condividere racconti. Una delle più storiche, la licenza numero tre lo certifica, è la Fiaschetteria Nuvoli… Qui si mangiano i piatti della tradizione: trippa, lampredotto, frittata, polpette, sapori di un tempo. Ex mensa dell’Arcivescovado, la Fiaschetteria Nuvoli si sviluppa in deliziosi salotti sotto strada risalenti al 1.100.

Dopo svariate generazioni, oggi porta avanti la baracca Rossano Nuvoli, insieme alla sua Serenella… I locali come questo sono veri e propri monumenti, luoghi intrisi di storie: basta girarsi intorno e guardare le foto dei personaggi appese ai muri per rendersene conto. E se ancora non si fosse abbastazna sicuri della storicità di un posto come Nuvoli si potrebbe dare una sbirciatina alla data sulle etichette delle bottiglie più antiche.

Dante, il calciante e il 3° ristorante: non poteva che essere in rima il mio viaggio nel cuore pulsante di Firenze, o almeno in una parte del suo cuore pulsante… E già perchè Firenze, come sa bene Stendal, ti lascia sempre senza parole, smarrito. Nel tentativo di comprenderla e afferrarla si finisce sempre esterrefatti e sconfitti da tanta bellezza!