Il Cappello di paglia è da sempre l’inconfondibile tuscan style

Il cappello di paglia, sinonimo di stile ed eleganza,  è un vero e proprio simbolo della toscana insieme al sigaro e al cuoio. Da sempre oggetto glamour, in passato indossato dai nobili ma anche dai contadini rappresentava un modo pratico ed efficace per contrastare i raggi del sole e perchè no per farsi notare.

Il classico toscano è caratterizzato da 40 giri di trecce cucite, ciascuna composta di 13 fili. In origine, la paglia utilizzata proveniva principalmente dal grano gentil rosso poi a partire dal XVIII secolo, dal grano triticum vulgare Host (nelle varietà semone e marzuolo), apprezzato per la sua finezza e la luminosità del colore. Le forme che il cappello può avere sono numerose e seguono le tendenze della moda, come il fioretto (grande e rotondo col bordo largo) o il capote (a tronco di cono).

La lavorazione della paglia è documentata già nel ‘500 ma è nel ‘700 che Signa si afferma grazie al bolognese Domenico Michelacci che introduce la semina del grano detto marzuolo a stelo lungo apprezzato per la sua finezza ed il biondo colore, perfetto per la realizzazione delle trecce, con cui si realizzano i famosi cappelli contesi dai nobili di tutto il mondo.

Quando l’artigianato, la moda e la storia si incontrano ecco che allora fino al 18 maggio 2014 la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze ospita  la mostra “Il Cappello fra Arte e Stravaganza”, la prima mostra monografica dedicata al cappello, le cui collezioni, patrimonio del museo  ammontano a circa 1000 unità tra cui vere e proprie opere d’arte di  Christian Dior, Givenchy, Chanel, Yves Saint Laurent, John Rocha, Prada, Gianfranco Ferré e celebri hat-designer internazionali del presente e del passato come Philip Treacy, Caroline Reboux, Stephen Jones, Claude Saint-Cyr, Paulette.

www.cappelloinmostra.it