È Palio e Siena trionfa immortale

ll Palio è Siena. Il Palio non è solo una giostra ma è un rito “vivo”, carico di sogni e sensazioni, non è una festa “imbalsamata” nella quale si fa parodia del passato, si attinge dalla gloriosa storia ma la vera “magia” che colpisce ogni ospite attento è proprio il riuscire a tramandare perfettamente il “patrimonio di emozioni” che ormai è quasi ovunque disperso. Il Palio è la vita di Siena e di ogni senese e il cuore sembra impazzire quando c’è “la terra in Piazza” anche se la tua contrada non corre e sei dall’altra parte del Mondo. Il Palio è sopravvissuto ai cambiamenti storici, si è plasmato e si è trasformato, dalle bufale alla corse alla lunga fino agli attuali tre giri nella Piazza del Campo, ma non ha mai perso la sua “anima” e non lo farà neppure ora che per gravi motivi di sicurezza è costretto a cambiare nuovamente le sue consuetudini e sopravviverà ad ogni cambiamento fino a quando esisterà il “popolo senese”.

Siena ha avuto, sino dai tempi più antichi, particolare predilezione per i pubblici divertimenti dove lo scontro fisico, la forza, il coraggio, l’abilità caratterizzarono i vari giuochi che si succedettero nel tempo. Ogni anno l’usanza si rinnova nel tradizionale Palio di Siena, che si svolge il 2 luglio (giorno della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto (giorno della Madonna Assunta).

Ancora oggi il Palio fa riferimento al regolamento del 1644, che sancisce la nascita ufficiale del Palio delle Contrade e Piazza del Campo come luogo fisico scelto per la festa.

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Il Palio è una parodia della vita, con le sue speranze le gioie e i suoi dolori, è una battaglia dove uno vince e festeggia ed è padrone della città e chi perde “va a letto” si dice a Siena.

Un esempio di vita che andrebbe seguito anche fuori da Siena!

Il Palio così come la vita è questione di fortuna, l’uscita a sorte, il cavallo assegnato alla tratta, il posto al canape e di bravura nel saper superare gli ostacoli altrui come quelli che ti organizza la contrada nemica.

Il Palio è saper attendere una vita per gioire più forte quando la tua contrada alza il nerbo prima al bandierino, è l’attesa dei giorni del Palio come questi che culminano nella cena della prova generale di questa sera, dove migliaia di contradaioli cenano per le strade accomunati da un senso familiare, da sogni e speranze comuni.

Il Palio sono giorni e giorni a cantare tutti insieme in contrada per la strada grandi e piccini, sono le infinite chiacchiere accompagnate da bevute fino a tarda notte, è il sentirsi in famiglia anche quando sei oltre mille, si perché con quei volti hai condiviso gli anni più belli della vita. 

Il Palio non è i 3 minuti della carriera ma è la vita di ogni senese. Il Palio è fatto di vibrazioni, di momenti e di attese che ti tolgono il fiato come la mattina della tratta, il 29 Giugno o il 13 Agosto, quando si imbussolano le ghiandine per assegnare i cavalli alle contrade, prima il grande silenzio, l’attesa della sorte e poi la corsa verso il barbero (così viene chiamato il cavallo a Siena) tutti insieme, momenti che ti travolgono anche se non sei di Siena e ti restano nel cuore per sempre. Un momento indimenticabile è la benedizione del cavallo che avviene nelle varie chiese delle contrade prima dell’inizio della passeggiata storica, una commozione avvolge tutti i partecipanti stretti intorno al suo unico mito il cavallo (perchè ricordiamolo a Siena può vincere anche scosso), l’unico portacolori che non tradirà mai le speranze del suo popolo e che metterà tutto se stesso per prevalere nei confronti degli altri, il fantino può anche “vendersi”. Altro momento magico è il giorno del Palio quando il mossiere legge l’ordine di partenza tra i canapi nella busta bianca che arriva in piazza dalle scalette del palco dei capitani portata con il braccio alzato da un vigile urbano e nella piazza con migliaia di persone trepidanti cala un silenzio surreale. Tante attese cariche di speranze che ritroviamo spesso anche nella vita e che a volte ti fanno saltare di gioia e altre ti stendono delusione. 

Il più grande cronista del Palio di tutti i tempi Silvio Gigli amava chiudere le sue indimenticabili cronache con ”Siena trionfa immortale” e lo sarà fino a quando lo vorrà il suo “popolo”, quel popolo con un cuore immenso ed un’anima nobile ha lottato per la sua libertà nella battaglia di Montaperti.